mangianastri

a volte faccio quelle cose strane che se le dicessi a qualcuno mi prenderebbe per pazzo - che già ora sono abbastanza borderline - come contare i respiri e se sono dispari in un minuto allora li faccio diventare pari per quadrare oppure non calpesto le linee dei mattoni quando cammino o non mi fermo mai in piedi usando la destra oppure se sono in macchina fermo il respiro quando passiamo sulle zone d’ombra degli alberi o in acqua prima di salire in superficie soffio sempre dal naso l’aria che mi rimane, e se mi rimani tu?
Allora penso sempre che se ci sei devi sapere queste cose, le devi sapere tutte, te le scrivo ai margini del foglio dei libri che ti presto così leggi anche me, te le arrotolo sugli occhi quando vai a dormire, ti imposto la mia voce come suoneria e ti chiamo tre volte al dì, ti compro un mangianastri come negli anni ‘90 e ci registro sopra, e poi tu ridammelo, registraci sopra le tue manie, la tua voce sulla mia, le mie parole sotto le tue, a scorrere come musica, fiumi di lettere, le mie O a incartare le tue TttTtT, tutte insieme, tìtìtìtìtì, diventano Tu se non sorridi, è così quando parlo di te, ma al contrario;
allora penso che voglio tutte le tue manie, raccoglile tutte e dammele, che io voglio le tue e non mi bastano, dimmi con che mano apri le porte, dimmi con che mano aprirai la mia, quando verrò da te, dimmi come respiri, come guardi l’orologio, se lasci sempre un po’ d’acqua quando bevi - un po’ per me, dimmi come mangi come chiami come sogni
dimmi come ami
come
come?
Emiliano Ponzi



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