- - Ciao.
- - Ciao.
- -Ti piace il blu?
- -Cosa?
- -Ti piace il blu? Rispondi.
- -Sì, mi piace.
- -Mi piaci.
- -Di già?
- -Di già.
- -Frettoloso.
- -Fammi una domanda.
- -Non saprei.
- -Una qualsiasi.
- -Mi porti a guardare il fiume?
- -Ma non così, una domanda come… la mia.
- -Tu mi hai detto una domanda qualsiasi, io ho
eseguito.
- -Ok, ti ci porto.
- -Allora quando mi porterai, mi piacerai anche tu.
- -Stiamo insieme?
- -Non direi. E’ troppo presto.
- -E tra due minuti?
- -Non si sa. Il tempo nell'amore è come un pazzo,
corre.
- -O come un fiume, galoppa veloce.
- -Se galoppa, è un cavallo.
- -I cavalli sono pazzi.
- -I cavalli mi fanno paura.
- -Ma ci sono io, te ne dipingo uno di blu, così ti
piace.
- -Preferisco che mi porti al fiume.
- -Col cavallo?
- -Senza.
- -Viviamo una storia a distanza.
- -Quanta distanza?
- -Le parole di questa frase.
- -Come possiamo farle franare, per avvicinarci?
- -Ci scambiamo di posto.
- -Per esempio, adesso, sono io che continuo a
parlare, e non tu.
- -Quindi adesso parlo io al posto tuo.
- -Sì.
- -Il problema è che non abbiamo risolto niente, io
sono qui e tu sei lì.
- -Ah.
- -Eh.
- -Proviamo a dire la stessa parola.
- -Quale?
- -Una qualsiasi.
- -Amore.
- -Terremoto.
- -Ma no, perché?
- -Tu mi hai detto una qualsiasi, devi essere
preciso. Nei rapporti, c’è bisogno di cura nei dettagli.
- -Terremoto.
- -Cielo.
- -Perché hai cambiato?
- -Così mi andava. Il cielo è blu. Le mie parole
devono essere le mie, le tue devono essere altre. Quando la storia finirà ti
ricorderai cosa hai detto, oltre a ciò che hai ascoltato. Ti ricorderai che sei
stato felice perché la tua felicità eri tu.
- -Un terremoto, ciò che hai detto. Un terremoto
che galoppa.
- -E poi non risolviamo niente, dicendo la stessa
parola. La mia sarà comunque dopo la tua.
- -E allora non so.
- -Questo è il momento in cui il rapporto va in
crisi, non si sa cosa fare per stare vicini.
- -Infatti mi sto struggendo. Ahi.
- -Forse invece delle parole…
- -Cosa?
- -Le parole sono sempre conseguenza, discorso.
Invece, potremmo stare zitti.
- -Zitti?
- -Muti. Nel silenzio le distanze si assottigliano,
cadono i confini, come di due mani tenute strette, si incrociano i destini
nelle pieghe della pelle.
- -E allora, muti.
- -Muti.
- -Ma no, devi stare zitto, capito? Da ora.
- -…
- -…
- -…
(Probabilmente
il dialogo continua in un silenzio infinito, ma non sono così bravo a
trascrivere le non parole; che si chiuda la parentesi, grazie. E infine al
fiume ci sono andati eh. Senza cavallo. Questo poteva stare fuori dalla
parentesi, pure questo; vabbè.)
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