1. Genesis


Il Malincronicismo è una corrente artistica, culturale e letteraria che si sviluppa..in questo momento. In questo instante, mentre leggi queste righe, dilaga tra le anime di quella gente che in altre epoche sarebbe stata poeta, scrittore, artista. La nostra epoca, questo preciso istante è caratterizzato dalla stupore dell’uomo di fronte al suo progresso, alla tecnologia che invade ogni minimo angolo della nostra casa, ai miliardi di pulsanti su televisori, pc, tastiere. Questo senso di realizzazione è pura parvenza, infatti l’uomo pur essendo nell’epoca della comunicazione si sente solo, triste, insoddisfatto. Infelice. Perciò cerca di ricordare i momenti di felicità passata, ma così ricade nel concetto nietzschiano di storia monumentale, nella visione della storia come qualcosa di insuperabile, che blocca l’intuito nel reagire al senso di agonia del presente. Per costruire un futuro l’uomo non deve guardare più al passato. Deve farlo e basta. Così questo filone culturale da sostegno a quelle emozioni, impressioni e esperienze d’anima del presente. Malincronicismo deriva da Malinconia, ovvero il senso di dolce e delicata tristezza verso un concetto che sembra oramai perduto. La parola si fonde con l’aggettivo cronica, ovvero l’aspetto più forte di una manifestazione di uno stato d’animo. E alla fine, tutto termina in –ismo, tipico delle correnti culturali che hanno caratterizzato la storia. Il Malincronicismo si pone come un secondo Romanticismo, superandolo. Ne è affine per la visione romantica del passato, per il concetto di sublime e di infinito, ma se ne distacca per dare vita ad un movimento nichilmente attivo. Non un rifiuto della società, ma la volontà di esprimersi e cambiare, di conoscere le sensazioni del presente. Il Malincronicismo deve combattere contro la sua nemesi: il Malincronicidio. Infatti ogni giorno deve cercare di non essere schiacciato.


2 commenti:

  1. Interessante teoria, interessante blog :)

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  2. Condivido tutto e sottoscrivo. Guardare al passato come qualcosa che sta lì perfetto e rassicurante non è la la cosa migliore per 2 ragioni:
    1) ciò che ora sembra perfetto del passato al tempo in cui l'abbiamo vissuto non era così perfetto. La visione a post romanticizza troppo falsando il ricordo.
    2) se anche il passato (o alcuni momenti vissuti) sono stati positivi e li si rimpiange si rischia di non concentrarsi sul ORA e le opportunità di essere felici ancora e forse di più. La defocalizzazione verso il notro presente da un senso di perenne disequilibrio e frustrazione perchè la bilancio pende verso un passato non riproducibile in quanto tutto muta, niente rimane lo stesso.

    mimi (miriam catera per capirci :D

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